PRIMO PASSO
NON VALE
Sto male Il dolore mi assale Scuoiano il maiale E’ Carnevale Ma io sto male Rigiro il pugnale
Ingoio fiale Apro il giornale C’è il tuo editoriale Non Vale
SECONDO PASSO
A.D.
T’incontrai una sera da Tino Ah che sfortuna, a volte, il destino Tu mi dicesti: “Sei un grande amico”
Ed eri contento che non ti dico. Poi arrivò Massimiliano Che ti disse: “Alzati non restare sul divano
Vai a lavorare che ti fa bene”. E tu: “Lasciami stare che mi fa male un rene”. Incontrasti, ancora,
Simona, la tua vicina Della quale ti interessava solo la patatina Altrimenti avresti gusti strani E i
tuoi amici ti direbbero: “Lavati le mani”. Infine ti invitai a Codrignano E tu: “Lascia stare, è troppo
lontano”. E io: “Vieni che ci sediamo attorno a un tavolo”. La tua risposta: “Vai a quel paese: stai a
casa del diavolo”.
TERZO PASSO
PRESSIONE
Ebbi come l’impressione di essere osservato. Ero intento a disinnescare un ordigno esplosivo. Il
tempo stava scorrendo inesorabile. Dovevo restare freddo. In lontananza vidi un’auto procedere a
velocità vertiginosa verso il palazzo in cui mi trovavo. In un batter d’occhio mi si presentarono
davanti quattro energumeni che tenevano in mano un piede di porco. Era loro intenzione assaltare la
sede della banca per assicurarsi un cospicuo bottino. Sentivo salire l’adrenalina. Non potevo
interrompere la mia opera ma temevo, d’altro canto, di non essere gradito ai nuovi ospiti.
Ignorandoli riuscii ad avere la meglio sulla bomba a orologeria. Non mi rimaneva che fuggire
avvisando, nel frattempo, la polizia della presenza dei topi di banca. Le forze dell’ordine arrivarono
sul posto in un amen e trovarono i ladri ancora alle prese con la cassaforte. Fu anche troppo facile
per gli sbirri arrestare il tentativo di scasso e condurre i malcapitati mariuoli alla centrale.
QUARTO PASSO
C’ERA UNA VOLTA
C’era una volta quella celeste nostalgia canaglia, che ti attanaglia quando credi che tutto sia un
fuoco di paglia, ma sbaglia chi pensa di avere ragione perché non sa che tanti punti di vista
rappresentano una lista di opinioni che solo gli ottusi non sanno apprezzare. C’era una volta, quella
celeste, nostalgia canaglia di un ritrovo fra amici, feste, giri in bici, cene indigeste, passeggiate sotto
i portici dove, alle volte, un musicista intratteneva gli ospiti sopiti non invitando al canto un giovane
di belle speranze in grado di farli divertire tanto. Una serata conclusa così con l’amaro in bocca, ma
è già domani e sotto a chi tocca, non c’è tempo per attendere ma solo minuti da spendere. Il costo è
relativo ma l’imperativo è tanto arrosto. Non importa sia tacchino o coniglio, quel che conta è che
non provochi sbadiglio.
QUINTO PASSO
CORSA VERSO PADRE PIO La corsa stava per partire. Si trattava di un autobus di linea che, ogni
giorno, percorreva in lungo e in largo Imola per poi terminare la giornata in una rimessa vicino al
palazzetto dello sport. Quella mattina, stranamente, quel bus era vuoto. Solitamente stracolmo di
studenti, lavoratori e scansafatiche, in quell’occasione, l’autista riusciva a scorgere solo una donna
con uno scialle usurato e un nano con una camicia particolarmente sgargiante. I due stavano
scambiando quattro chiacchiere ingannando l’attesa prima della partenza per San Giovanni
Rotondo. Sì, perché quel giorno il mezzo di trasporto avrebbe cambiato percorso. L’iniziativa legata
al pellegrinaggio verso il paese di Padre Pio non aveva, a quanto pare, riscosso molto successo.
L’autista stava storcendo il naso perché gli sembrava uno spreco intraprendere un lungo viaggio per
sole due persone. Ma questa coppia stravagante insistette e allora l’autista decise di accendere il
motore e avviarsi verso la meta lontana. Cosa aveva spinto la donna e il nano a compiere un grande
sforzo anche economico per raggiungere il santuario del Frate Santo? Semplicemente i due erano
devoti di un Frate che aveva prestato servizio all’ospedale della città in cui loro vivevano. Padre
Luigi Zoffoli aveva un carisma non comune che riusciva a trasmettere a chi gli stava accanto, a
coloro che realmente avevano bisogno. La Chiesa imolese non digeriva certi suoi comportamenti
ma lui andava dritto per la sua strada, la via dell’Amore e della Carità. Il suo ricordo è ben vivido in
chi, soprattutto, ha ricevuto dei benefici spirituali e in termini di salute da parte sua. Si arrivò da
Padre Pio in serata, molto stanchi ma felici di aver compiuto un gemellaggio tra due Frati che altro
non sono che santi.
SESTO PASSO
LA COLLANA
Mi aggiravo nei meandri di un hotel cercando una via d’uscita. Mi sembrava di essere in un labirinto
dove ogni porta mi svelava un mondo a me ignoto. Entrando in una stanza quasi vuota notai una
collana d’oro che pendeva da una tavola imbandita. Quanto ben di Dio, tante portate, ma l’unica
cosa che era alla mia portata era proprio quel monile che abbelliva l’ambiente con un luccichio
folgorante. Mi decisi e siccome a tavola mancavano ancora i commensali allungai una mano verso
l’oggetto del desiderio e lo misi in tasca. Uscendo, mi accorsi che una perla della collana cadde a
terra ma non ci feci caso più di tanto. Lo tennero in considerazione, invece, i lavoranti dell’albergo
che cominciando a sospettare che qualche brutto ceffo si aggirasse indisturbato, cominciarono a
darmi la caccia. Come l’ispettore Zenigata inseguiva inultimente Lupin, anche gli improvvisati
segugi non riuscirono ad acciuffarmi e così mi allontanai con la refurtiva che regalai alla mia dama.
Una lauta ricompensa ebbi da lei e ancora oggi ricordo con piacere quel momento.
SETTIMO PASSO
ACROSTICINO
Caparbio
Arguto
Rotondo
Lucente
Ospitale
Nuovo
Che Avanza
Esperto
OTTAVO PASSO
ACROSTICINO
Generoso
Estroso
Riflessivo
Ruspante
Yeppa
Rocker
Oscar
Sensibile
Imprevedibile
NONO PASSO
ACROSTICINO
Ambizioso
Lungimirante
Esteta
Semplice
Superbo
Attendista
Naturale
Duttile
Rustico
Ombroso
Birichino
Restio
Utile
Scopritore
Astuto
(to be continued)